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MACULOPATIA ?
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Per maculopatia si intende qualsiasi malattia che colpisce la macula, l’area che si trova al centro della retina, che serve alla visione distinta centrale (la stai utilizzando per leggere questo testo; serve anche a riconoscere i volti, guidare, ecc.). Al centro della macula c’è la fovea: si tratta di una depressione retinica dove si trova la foveola, la zona più sottile in cui sono presenti solo i coni. 
Questi ultimi sono dei fotorecettori – ossia cellule in grado di trasformare i segnali luminosi in impulsi elettrochimici – responsabili anche della percezione dei colori (a differenza dei bastoncelli, abbondanti nella periferia retinica, che vengono sfruttati solo per percepire forme e movimento in condizioni di scarsa luminosità).
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QUALI SONO I SINTOMI DI UNA MACULOPATIA?

Il sintomo principale della maculopatia è una caratteristica perdita della funzione visiva: chi ne è affetto ha una zona di non visione al centro del campo visivo (scotoma negativo  [1] ), da non confondere con la visione di una macchia di intensità e colore vario (ad esempio nera) nella zona centrale del campo visivo (scotoma positivo) denunciata, ad esempio, dai pazienti colpiti da neurite ottica
Altro sintomo comune nelle maculopatie è la distorsione delle immagini ( metamorfopsie ). Sintomi di minore frequenza sono le errate percezioni della dimensione degli oggetti osservati, che possono essere sia sottostimate (micropsia) e sia sovrastimate (macropsia).

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QUALI TIPI DI ESAMI SI DEVONO FARE PER LA DIAGNOSI?


L’acuità visiva è il test più importante per valutare la funzionalità maculare (in particolare l’acuità da vicino). I pazienti maculopatici, quando guardano attraverso un foro (detto stenopeico), vedono meno delle persone la cui vista è buona. L’esame del fondo oculare è ovviamente fondamentale perché consente di verificare lo stato della retina e l’eventuale progressione della malattia. Coltest di Amsler – che consiste in una griglia a quadretti al cui centro compare un piccolo disco nero – si valuta in maniera dettagliata la capacità visiva intorno al punto di fissazione (area foveale e quella parafoveale ad essa contigua): è fondamentale per seguire il corso della malattia. I pazienti malati riferiscono di vedere linee curve (deformate) anziché segmenti retti perpendicolari tra loro. Questi test sono fondamentali e devono essere sempre effettuati al fine di una corretta diagnosi di maculopatia. A questi esami può essere a volte indispensabile effettuare esami strumentali, come l’OCT, la fluorangiografia e l’angiografia al verde indocianina.

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QUALI SONO LE MACULOPATIE?

Le maculopatie si possono distinguere in ereditarie (a) e acquisite (b).

a) Tra le forme ereditarie abbiamo le seguenti: malattia di Stargardt o distrofia maculare giovanile, malattia di Best o distrofia vitelliforme, distrofia maculare pseudoinfiammatoria di Sorsby, distrofia maculare North Carolina, distrofia maculare tipo Butterfly ed edema maculare cistoide dominante.

b) Tra le maculopatie acquisite, invece, la più diffusa è la degenerazione maculare legata all’età (AMD), che generalmente può presentarsi dopo i 55 anni. Rappresenta la principale causa di cecità legale nel mondo occidentale. 
Si riconoscono due tipologie:

  1. la forma atrofica (secca) ovvero non essudativa (caratterizzata da una evoluzione lenta e progressiva), considerata incurabile;

  2. la forma essudativa ossia umida (neovascolare), meno comune ma più distruttiva e ad evoluzione più rapida, ritenuta trattabile. Quest’ultima è caratterizzata dalla presenza di nuovi vasi sanguigni retinici nella sede maculare, con conseguente cicatrice sottoretinica.

Le altre forme acquisite sono: foro maculare idiopatico, corioretinopatia sierosa centrale, edema maculare cistoide, maculopatia miopica, membrane epiretiniche e strie angioidi. Altro capitolo interessante sono le maculopatie indotte da farmaci (quali antimalarici, tamoxifene, tioridazina e clorpromazina).

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COME SI TRATTANO?

Il trattamento dipende dal tipo di maculopatia; fondamentale è, comunque, evitare o limitare ifattori di rischio. Tra quelli modificabili ci sono sicuramente il fumo di sigaretta – nocivo per la salute anche per altre ragioni – e un’alimentazione povera di sostanze antiossidanti (vitamina C, vitamina E, luteina, zinco, zeaxantina, ecc.). Inoltre, è consigliabile assumere alimenti ricchi di acidi grassi polinsaturi (Omega-3 e Omega-6), come ad esempio il pesce; ma è anche importante seguire una dieta povera di grassi animali e ricca di verdure a foglia verde, frutta fresca e noci.

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