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DIAGNOSTICA  

UNA GIUSTA SCELTA PER CIASCUN PAZIENTE

Le visite oculistiche sono un approfondito processo di valutazione clinica e diagnostica, che consentono di fornire al paziente informazioni articolate sulla sua condizione visiva. L’accuratezza della metodologia e la moderna strumentazione sono volte a individuare la soluzione più adatta al problema di ogni paziente, tutto senza mai perdere di vista le aspettative e i bisogni personali.

Puntiamo molto sulla persona nella sua specificità, cerchiamo di rispettare i suoi bisogni e di fornire sempre un’informazione chiara e corretta in ogni fase del percorso terapeutico. La diagnosi è sempre frutto di un lavoro d’équipe.

Tomografia a coerenza ottica (O.C.T.)

January 10, 2016

Sfruttando un raggio di luce a bassa coerenza, grazie all'analisi computerizzata della luce riflessa dai tessuti in esame è possibile ricostruirne la struttura in due o tre dimensioni, consentendo lo studio in alta definizione delle sezioni della retina , del nervo ottico e della cornea per lo studio e la diagnosi di eventuali patologie.

STUDIO DELL'ANGOLO IRIDO-CORNEALE

January 10, 2016

Valuta l’ampiezza della camera anteriore, utile per vedere e misurare l’ampiezza del sistema di deflusso dell’umor acqueo e si esegue come nella diagnosi e nello screening del glaucoma. Grazie alla misurazione dell'angolo, il medico Oculista è in grado di stabilire il trattamento preventivo più adeguato, che sia topico o parachirurgico.

PACHIMETRIA

January 10, 2016

Valutazione dello spessore corneale; si misura in micron (millesimi di millimetro) e mediamente valori normali sono compresi tra i 520-540 µm. Questo esame è di fondamentale importanza nella valutazione pre-operatoria dei pazienti candidati a chirurgia refrattiva poiché stabilisce i margini di correzione ed i criteri di sicurezza di ogni procedura: pazienti con cornee sottili, infatti, non possono eliminare (o possono farlo solo in parte) il loro difetto di vista in quanto l’eccessiva riduzione dello spessore potrebbe causare uno sfiancamento del tessuto. La pachimetria è divenuta esame indispensabile anche nella diagnosi d’ipertono oculare o glaucoma; infatti, lo spessore corneale influenza i valori delle misure ottenute, che vanno sempre modificati con fattori di correzione noti.

CAMPO VISIVO COMPUTERIZZATO

January 10, 2016

La perimetria computerizzata è un test non invasivo che consente di verificare l’ampiezza del campo visivo e, all’interno di questo, di misurare la sensibilità agli stimoli luminosi nei diversi settori.

Lo scopo è di quntificare la presenza e\o la progrssione di patologie visive.

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Topografia corneale: 

La topografia corneale computerizzata è un esame che misura la curvatura della superficie della cornea, utile per la diagnosi di cheratocono: un'analisi delle indicazioni generali, della sua preparazione e durata.

10 Agosto 2022

Approfondimenti

La topografia corneale permette di ottenere una completa mappa della curvatura corneale.

La topografia corneale è un esame diagnostico non invasivo che permette di ottenere una completa mappa topografica della cornea.

Non è un esame di routine: viene, infatti, prescritto dallo specialista quando si presenta la necessità di un controllo accurato della cornea.

L’esame è utilizzato:

  • a scopi diagnostici;

  • nella contattologia medica;

  • in ambito chirurgico.

Grazie al topografo corneale è possibile visionare una mappa colorata e completa della cornea, permettendo così di individuare difetti di curvatura e alcune patologie che la interessano.

La topografia corneale

La topografia corneale è un esame indolore e assolutamente non invasivo, il cui scopo è misurare la curvatura della superficie della cornea.

L’esame si svolge come una normale visita oculistica: il paziente deve sedere con il mento e la fronte appoggiati su appositi supporti e restare fermo, permettendo all’oculista di effettuare l’analisi tramite il topografo.

Fatto questo, al paziente è chiesto di fissare per qualche secondo una fonte luminosa, mentre il topografo corneale proietta una serie di anelli concentrici luminosi sulla superficie anteriore della cornea.

Le informazioni richiedono pochi istanti per essere acquisite, duranti i quali è necessario rimanere immobili ad occhi aperti.

I valori rilevati, infine, sono relativi alla curvatura della cornea sia in diottrie (più frequente), sia in millimetri ovvero in raggio di curvatura.

Le indicazioni per la topografia corneale

È un esame davvero importante per la diagnosi e il controllo di diverse patologie come:

  • il cheratocono;

  • le sindromi da secchezza oculare (che possono arrecare irregolarità della cornea);

  • l’edema corneale.

Viene utilizzata in chirurgia per valutazioni preoperatorie e postoperatorie nel caso di:

  • trapianto di cornea;

  • chirurgia refrattaria;

  • per l’impianto di lenti intraoculari;

  • controlli pre/post intervento di cross-linking.

Nella contattologia medica la topografia corneale computerizzata è perfetta per conoscere la forma della cornea e avere una mappatura precisa della curvatura della superficie corneale anteriore, così da costruire lenti a contatto precise per ciascun occhio del paziente.

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STUDIO DEL FILM LACRIMALE e MEIBOGRAFIA

 

Il film lacrimale (o lacrima) è una struttura liquida che ricopre la congiuntivapalpebrale bulbare e la cornea, prodotta dall'apparato lacrimale. Esso è composto da una porzione secretoria (ghiandole e dotti secretori), che secerne la lacrima, e una escretoria, che drena la lacrima verso il naso.

 

Le funzioni del film lacrimale sono le seguenti:

- difesa: la pellicola lacrimale rappresenta la principale difesa alle infezioni batteriche corneali e congiuntivali, assieme alla palpebra. Diffondendosi uniformemente sull'epitelio corneale, funge da barriera protettiva agli agenti batterici esterni.

- lubrificazione (la componente mucotica della pellicola lacrimale svolge funzione lubrificante, nei confronti dell'epitelio corneale)

- nutrizione (la componente acquosa della pellicola lacrimale funge da veicolo per numerose sostanze disciolte nella lacrima; ossigeno, ioni, anidride carbonica, mucine, lipidi; sostanze indispensabili all'eutrofismo della superficie oculare e alla sua nutrizione)

- trasparenza ottica (lo strato mucoso della pellicola lacrimale migliora la trasparenza ottica della superficie corneale. I microvilli dell'epitelio corneale fungono da base alla mucina, che viene assorbita dalle villosità corneali, consentendo una migliore uniformità superficiale)

- pulizia (attraverso la pellicola lacrimale defluiscono verso la componente escretoria delle ghiandole lacrimali, le impurità provenienti dall'ambiente esterno)

Il film lacrimale è composto da 3 strati:

 

1) Strato mucoso (è la componente più profonda della pellicola lacrimale, prodotto dalle ghiandole mucipare accessorie, e ricopre le cellule epiteliali congiuntivali e corneali. La funzione del muco, legandosi ai microvilli delle cellule superficiali della cornea, è quella di rendere idrofila la superficie stessa della cornea, altrimenti idrofoba)

 

2) Strato acquoso (è lo strato intermedio della pellicola lacrimale, e ne costituisce la parte preminente. Prodotto principalmente dalle secrezioni delle ghiandole lacrimali principali e accessorie, è composto oltre che da elettroliti anche da alcuni acidi organici, aminoacidi e proteine, aventi funzioni antibatteriche ed enzimatiche. Riduce gli attriti dei movimenti oculari e palpebrali, deterge le cellule epiteliali desquamate, tampona le scorie metaboliche e asporta le impurità dell'aria)

 

3) Strato lipidico (costituisce la parte più esterna della pellicola lacrimale, ed è composto da grassi, secreti dalle ghiandole di Meibomio. La sua funzione è quella di formare una barriera idrofoba lungo il bordo palpebrale, per impedire l'uscita del film lacrimale, e di mantenere l'idratazione della superficie oculare durante le ore di sonno, regolando inoltre il tasso di evaporazione dello strato acquoso della lacrima stessa)

 

 

ANALISI DEL FILM LACRIMALE

 

Questo esame è eseguito con metodi non invasivi, non a contatto, senza l'utilizzo di colliri e coloranti e permette di valutare la stabilità e la regolarità del film lacrimale, mediante la misura del break up time non invasivo (NI-BUT). Osservando la regolarità dell’immagine riflessa dal film lacrimale è possibile misurare il tempo di rottura del film lacrimale (NIBUT).
Il tempo di rottura non invasivo (NIBUT) è la misurazione, in secondi, del tempo trascorso fra l’ultimo ammiccamento completo e la comparsa della prima discontinuità nel film lacrimale. Può anche essere osservata una fase di pre-rottura, che rappresenta il tempo di assottigliamento del film lacrimale. Queste misure possono essere eseguite con e senza le lenti a contatto.
Il soggetto esaminato guarda dritto davanti a sé ed è incoraggiato ad ammiccare regolarmente. Poi si chiede al paziente di mantenere gli occhi aperti, senza sbattere le palpebre il più a lungo possibile. Con un cronometro, si misurano i secondi fra l’ultimo ammiccamento completo e la prima rottura dell’immagine riflessa sul film lacrimale.

 

 

MEIBOGRAFIA

 

La Meibografia consente lo studio delle ghiandole di Meibomio che hanno la funzione di produrre la parte oleosa della lacrima. Questa componente lipidica è la più importante del film lacrimale; infatti ad ogni ammiccamento una microscopica gocciolina oleosa fuoriesce da ciascun dotto ghiandolare e forma una sottilissima pellicola che impedisce l’evaporazione della parte acquosa del film lacrimale. Se queste ghiandole non funzionano bene avremo un occhio secco da marcata evaporazione lacrimale, chiamato anche dislacrimia.

Lo strumento consente di valutare lo stato delle ghiandole e dei loro dotti e anche la percentuale di perdita delle ghiandole di Meibomio.

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BIOMETRIA NO CONTACT

Biometria no-contact: Consente di misurare la lunghezza assiale dell’occhio, e la posizione di tutte le strutture oculari interne. È l’esame che consente di eseguire il calcolo del potere della lentina intraoculare(nella cataratta e nelle lenti fachiche). Si esegue con uno strumento innovativo che esegue le misure senza entrare in contatto con l’occhio, eliminando ogni variabile individuale dovuta all’operatore.

Acquisisce in maniera oggettiva una serie di misure dell’occhio, indispensabili per il calcolo della lente (IOL) da impiantare durante l’intervento di cataratta.

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